Permesso… [in the street] — Pronto… [on the phone]
È caro quel ristorante!
L’ha picchiato forte!
Acceleratore, non accelleratore!
Hai detto emigranti o immigranti?
Tè freddo, non tè freddi!
Che sia «pèsca» o «pésca»?
Se oggi non è il tredici, sarà il quattordici.
Se oggi non è il tredici, sarà il quattordici.
Se non torni per sabato, mi telefoni?
Se non torni per sabato, mi telefoni?
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
Un mio parente ha lavorato in Germania come medico.
12.6. Four ‘versions’ of the same ‘text’
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Speaker
MaPI
La «nostra» lettura [our “usual” reading – a bad example]
La «nostra» lezione [our “usual” lecture – a bad example]
L’esposizione [an exposition – a good example]
La relazione [a report – a good example]
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La presente appendice vuol essere un semplice contributo pratico (se pur limitato) allo studio dell’intonazione, da parte di chi –lavorando nel teatro di prosa e precisamente nell’àmbito della regia e dell’interpretazione– proprio con l’intonazione si trova ad avere un rapporto alquanto ‘stretto’ e ‘privilegiato’.
Contributo pratico, abbiamo detto. Infatti, in questa sede, esploreremo solamente alcuni degli aspetti dell’intonazione, legati alla comunicazione nel teatro e nella vita quotidiana. Il nostro apporto avrà, tuttavia, dei limiti, perché il campo dell’intonazione è assai vasto, e non vogliamo, pertanto, rischiare di trasformare in «opera enciclopedica» una breve appendice, ideata, semmai, per stuzzicare la curiosità dei lettori. E, a proposito di lettori, ci scusiamo anticipatamente con loro se, spesso, la terminologia che useremo in questa sede non rientrerà nei canoni linguistici, preferendo noi usare locuzioni e vocaboli mutuati, invece, dalla pratica teatrale.
13. Further recordings & transcriptions
13.1. Vowels (1-7) {19}
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Speaker
LuCa
Fil
1. lidi, visti, finí
2. sere, scelte, perché
3. bene, bella, caffè
4. data, cagna, sarà
5. cono, morto, osò
6. voto, pongo, pinot
7. mutuo, punto, giú
13.2. Vowel adjustment (8-11) {20}
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Speaker
LuCa
Fil
8. vivono, dissero, ridere, singole
9. fungono, unsero, rudere, cupole
10. bene, ben detto, benissimo
11. moto, moto-scooter, motore
13.3. Nasals (12-18) {21}
Transcript
Speaker
LuCa
Fil
12. ma, m’ama, mamma
13. no, nono, nonno, non, non è
14. gnomo, segno, bagnò, gli gnocchi
15. Anio, Annio, Agno
16. gamba, gonfio, sente
17. lancia, inconscio, fango
18. un pane, in faccia, con Gianni, con Gneo, un campo
70. Undici, dodici, tredici, quattordici(, quindici, e sedici).
13.18. Useful comparisons 2 (71-76) {36}
Transcript
Speaker
LuCa
Fil
71. Domenica? [as in Facciamo per domenica?]
72. Domenica… [as in O domenica… o niente.]
73. Domenica, [as in Fa lo stesso: domenica, o lunedí.]
74. Domenica. [as in Siamo d’accordo: domenica.]
75. Domenica! [as in Dev’essere per forza domenica.]
76. Domenica?? [as in Hai proprio detto «domenica»?]
13.19. Emphasis (77-80) {37}
Transcript
Speaker
LuCa
Fil
77. Temevo lo facessero.
78. Temevo lo facessero.
79. Lo finiscono per sabato?
80. Lo finiscono per sabato?
13.20. Parentheses & Quotations (81-86) {38}
Transcript
Speaker
LuCa
Fil
81. Sognare non fa male, a volte.
82. Sognare, a volte, non fa male.
83. Curiosamente, il termine viene usato con intenzioni dispregiative.
84. Il termine viene usato, curiosamente, data la fonte, con intenzioni dispregiative.
85. Le scrisse: «Tornerò il mese prossimo», ma non si fece piú vedere.
86. «Non è possibile» dissero.
13.21. Complex period (87-88) {39}
Transcript
Speaker
LuCa
Fil
87. Servizio meteo. Per quanto riguarda il Veneto, il tempo, specie sulla Valdastico, sarà in prevalenza instabile.
88. Al mattino, cielo in prevalenza nuvoloso con precipitazioni su gran parte del territorio, anche a carattere di rovescio o temporale; dal pomeriggio, graduale diminuzione della probabilità di piogge, e attenuazione della nuvolosità, fino a condizioni di cielo sereno, o poco nuvoloso, in serata.
13.22. La Tramontana e il Sole [The North Wind and the Sun] {40}
Transcript
Speaker
LuCa
Si bisticciavano un giorno il vento di tramontana e il sole, l’uno pretendendo d’esser piú forte dell’altro, quando videro un viaggiatore, che veniva innanzi, avvolto nel mantello. I due litiganti decisero allora che sarebbe stato piú forte chi fosse riuscito a levare il mantello al viaggiatore.
Il vento di tramontana cominciò a soffiare con violenza; ma, piú soffiava, piú il viaggiatore si stringeva nel mantello; tanto che alla fine il povero vento dovette desistere dal suo proposito. Il sole allora si mostrò nel cielo, e poco dopo il viaggiatore, che sentiva caldo, si tolse il mantello. E la tramontana fu costretta cosí a riconoscere che il sole era piú forte di lei.
T’è piaciuta la storiella? La vogliamo ripetere?
14. Four recorded & transcribed literary texts
Hamlet’s Soliloquy [by William Shakespeare]
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«Essere o non essere: questo è il problema. Se sia piú nobile patir della Fortuna ingiuriosa ferite e abbattiture, o prender l’armi contro un mar di guai e, contrastandoli, por fine ad essi. Morire, dormire: nulla piú. E con un sonno dire che noi poniam fine alla doglia del cuore e alle mille offese naturali che son retaggio della nostra carne: è un epilogo da desiderarsi devotamente. Morire e dormire! Dormire, forse anche sognare: qui è l’intoppo. Perché: in quel sonno della morte, quali sogni posson venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo terreno intralcio, deve farci riflettere.
Questa è la considerazione che dà alla sventura una sí lunga vita. Perché: chi sopporterebbe le sferzate e gl’insulti del mondo, le ingiustizie dell’oppressore, la contumelia dell’uomo orgoglioso, gli spasimi dell’amore disprezzato, l’indugio delle leggi, l’insolenza di chi è investito d’una carica e gli scherni che il merito paziente riceve dagl’indegni, quando egli stesso potrebbe trovar la sua quietanza con un semplice pugnale? Chi vorrebbe portar fardelli, gemendo e sudando sotto una gravosa vita, se non che il timore di qualche cosa dopo la morte, il Paese non ancora scoperto dal cui confine nessun viaggiatore ritorna, confonde la volontà, e ci fa piuttosto sopportare i mali che abbiamo, che non volare verso altri che non conosciamo?
Cosí, la coscienza ci fa tutti vili e, cosí, il colore nativo della risoluzione è reso malsano dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e importanza, per questo scrupolo, deviano le loro correnti, e perdono di azione il nome.»
A Poem [L’infinito by Giacomo Leopardi]
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Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Cosí tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
A Tale [La camicia dell’uomo contento]
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Un re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo principe era sempre scontento. Passava giornate intere affacciato al balcone a guardare lontano.
– Ma cosa ti manca? – gli chiedeva il re. – Che cos’hai?
– Non lo so, padre mio, non lo so neanch’io.
– Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza, dimmelo, e te la farò sposare; fosse la figlia del re piú potente della terra, o la piú povera contadina!
– No, padre, non sono innamorato.
E il re a riprovare tutti i modi per distrarlo! Teatri, balli, musiche, canti; ma nulla serviva; e dal viso del principe, di giorno in giorno, scompariva il color di rosa.
Il re mise fuori un editto; e, da tutte le parti del mondo, venne la gente piú istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il principe, e domandò consiglio.
Quelli si ritirarono a pensare; poi, tornarono dal re.
– Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto le stelle; ecco cosa dovete fare. Cercate un uomo che sia contento, ma contento in tutto e per tutto, e cambiate la camicia di vostro figlio con la sua.
Quel giorno stesso, il re mandò gli ambasciatori per tutto il mondo a cercare l’uomo contento.
Gli fu condotto un prete: – Sei contento? – gli domandò il re.
– Oh, io sí, Maestà!
– Bene. Ci avresti piacere a diventare il mio vescovo?
– Oh, magari, Maestà!
– Va’ via! Fuori di qua! Cerco un uomo felice e contento del suo stato; non uno che voglia star meglio di com’è.
E il re prese ad aspettare un altro. C’era un altro re suo vicino, gli dissero, che era proprio felice e contento: aveva una moglie bella e buona, un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici in guerra, e il paese stava in pace. Súbito, il re, pieno di speranza, mandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia.
Il re vicino ricevette gli ambasciatori, e: – Sí, sí, non mi manca nulla. Peccato, però, che quando si hanno tante cose, poi, si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero, soffro tanto, che non dormo alla notte!
E gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro.
Per sfogare la sua disperazione, il re andò a caccia. Tirò a una lepre, e credeva d’averla presa; ma la lepre, zoppicando, scappò via. Il re le tenne dietro, e s’allontanò dal séguito. In mezzo ai campi, sentí una voce d’uomo che cantava la ‘falulella’. Il re si fermò: «Chi canta cosí non può che essere contento!»; e, seguendo il canto, s’infilò in una vigna e, tra i filari, vide un giovane che cantava potando le viti.
– Buon dí, Maestà, – disse quel giovane. – Cosí di buon’ora, già in campagna?
– Benedetto te. Vuoi che ti porti con me alla capitale? Sarai mio amico.
– Ahi, ahi, Maestà. No, non ci penso nemmeno, grazie. Non mi cambierei neanche col Papa.
– Ma perché, tu, un cosí bel giovane…
– Ma no, vi dico. Sono contento cosí e basta.
«Finalmente un uomo felice!», pensò il re. – Giovane, senti: devi farmi un piacere.
– Se posso, con tutto il cuore, Maestà.
– Aspetta un momento, – e il re, che non stava piú nella pelle dalla contentezza, corse a cercare il suo séguito: – Venite! Venite! Mio figlio è salvo! Mio figlio è salvo. – E li porta da quel giovane. – Benedetto giovane, – dice, – ti darò tutto quello che vuoi! Ma dammi, dammi…
– Che cosa, Maestà?
– Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare. Vieni qua, aspetta! – e lo afferra, comincia a sbottonargli la giacca…* Tutt’a un tratto si ferma, gli cascano le braccia.
L’uomo contento non aveva camicia.
* The recording has camicia instead of giacca.
A Letter [by Katherine Mansfield]
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Non vedo l’ora di essere a casa. È un grandissimo sforzo vivere lontani dalla propria gente, con persone che sono certo molto care, ma non sono artisti. Il cervello di queste persone s’è fermato al 1894 – non un giorno piú avanti. Parlano di un libro cosí carino e si domandano se si può avere un’amicizia platonica con un uomo; e concludono che non si può avere, perché il maschio è maschio, e la femmina è femmina! Io li scandalizzo; ma se sapessero, essi, quanto urtano me. Mi fanno venir voglia di tirar su le maniche, mettermi il cappello sulle ventitré, chiudere la porta e andarmene via, col mio coltello, nella stanza d’anatomia – dalla quale quegl’infingardi sono chiusi fuori, per sempre.
Ma come sono puri gli artisti, come sono limpidi e fiduciosi. Pensa a Chekhov, e anche alle parole di J., e alle maniere d’Anna, cosí gaie e coraggiose, cosí lontane da tutta questa corruzione. Dobbiamo rimanere casti e giovanili nel nostro lavoro, nella nostra vita, nella nostra poesia. Non bisogna confondersi con tutti gli altri, dobbiamo tenerci lontani dalla mondanità. E possiamo farlo. Sento che la nostra felicità sarà addirittura senza fine, quando potremo essere insieme di nuovo.
15. Various recorded & transcribed texts
2008
2023
15.1. A literary passage [È l’ora in cui Mefistofele… by Italo Svevo]
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Brano letterario
È l’ora in cui Mefistofele potrebbe apparirmi e propormi di ridiventare giovane. Non accetterei. Rifiuterei sdegnosamente. Lo giuro. Ma, che cosa gli domanderei, allora, io che non vorrei neppure essere vecchio e che non desidero di morire? Dio mio! Com’è difficile di domandare qualche cosa quando non si è piú un bimbo. È una fortuna che Mefistofele per me non si scomoderà. Ma se pur avvenisse ora che debbo attraversare il corridoio buio per recarmi a letto gli direi: Dimmi, tu che sai tutto quello che debbo domandare. E gli abbandonerei l’anima mia solo se m’offrisse una cosa molto nuova, una cosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni della mia vita che vorrei rifare ora che so dove mi condussero. Non verrà. Io lo vedo seduto nel suo inferno che si gratta la barba imbarazzato.
Ecco che debbo a queste annotazioni il conforto di ridere al momento di recarmi a letto. E Augusta borbotterà destata solo a mezzo: Ridi sempre tu, anche a quest’ora. Beato te.
15.2. An advertisement [La vela by Barbara Giovannelli]
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Testo pubblicitario
Quando il vento è in poppa, «La vela» naviga nel grande lago della bontà.
Velocità di crociera: tante specialità in una sola serata. Avviso ai naviganti: ricordarsi d’assaggiare a «La vela» le alghe marine allo scoglio, la grigliata di pesce di mare, la pizza pazza e la pizza degli amici. Tempo previsto: sereno sul suo bellissimo terrazzo esterno, leggera burrasca nel parco giochi dei bimbi.
Previsioni per i prossimi anni: tante felici serate al Ristorante «La vela», a Como, Lungolago Cadorna 20.
«La vela»: e il naufragar m’è dolce… in questo lago di bontà!
15.3. A theatrical monolog [from I fisici by Friedrich Dürrenmatt]
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Monologo teatrale
Ho semplicemente approfittato di un’occasione. Bisognava mettere al sicuro la scienza di re Salomone e punire il vostro tradimento. Dovevo rendervi innocui, per mezzo dei vostri assassini. Perciò vi ho aizzato addosso le tre infermiere. Sulle vostre azioni potevo contarci; eravate prevedibili come degli automi; e avete ucciso come dei carnefici.
È inutile aggredirmi, Möbius, come è stato inutile bruciare manoscritti che erano già in mio possesso. Non sono piú le mura di una clinica, a circondarvi: questa casa è la tesoreria del mio trust. Racchiude tre fisici, i soli oltre a me che sappiano la verità. Non sono i guardiani di un manicomio a tenervi in scacco: Sievers è il capo della mia polizia di fabbrica.
Vi siete rifugiati proprio nel vostro carcere. Salomone ha pensato e agito attraverso voi, e adesso egli vi distrugge, per mia mano. Io invece assumo il suo potere. Io non ne ho paura. La mia clinica è piena di parenti pazzi, ricoperti di gioielli e di decorazioni. Io sono l’ultimo rampollo normale della mia famiglia, sono l’ultima, sterile, buona soltanto per l’amore del prossimo. Ma ecco che Salomone si è mosso a pietà di me.
Egli, il re che possiede mille concubine, ha prescelto me sola. Ora io sarò piú potente dei miei padri. Il mio trust avrà il dominio, conquisterà paesi e continenti, sfrutterà il sistema solare, raggiungerà la galassia dell’Andromeda. Il gioco è fatto, e chi ha vinto non è il mondo, bensí una vecchia vergine gobba.
15.4. A letter [from Lettera al mio giudice by Georges Simenon]
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Lettera
Signor giudice,
vorrei tanto che un uomo, un uomo solo, mi capisse. E desidererei che quell’uomo fosse Lei.
Durante le settimane dell’istruttoria abbiamo passato lunghe ore insieme: ma allora era troppo presto. Lei era il giudice, il mio giudice, e io avrei fatto la figura di chi cerca di scolparsi. Adesso sa che non si tratta di questo, vero?
Abbiamo vissuto sei settimane insieme, se cosí posso esprimermi. Lei cercava di capire, me ne sono accorto. Ci guardavamo l’un l’altro. È questo, è tutto questo che Le dovrò spiegare, ma mi rendo conto che è un’impresa quasi impossibile. Sarebbe tanto piú facile se avesse ucciso anche Lei…
Sono contento che tutto sia finito, ma confesso che vorrei avere ancora qualche possibilità di spiegarmi, perché vorrei rivelarLe qualcosa che Lei sospetta, una cosa che Lei non vuole ammettere e che La tormenta in gran segreto, una cosa di cui sono certo, io che ho piú esperienza di Lei. Tante cose le ho capite, e Lei sa che le ho capite! Perché io, vede, ho comunque un immenso vantaggio su di Lei: ho ucciso.
15.5. A poem [Verrà la morte e avrà i tuoi occhi by Cesare Pavese]
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Poesia
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.*
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
* The recording has in silenzio instead of un silenzio.
15.6. A recipe
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Ricetta culinaria
«Polpette saporite»
Tempo necessario: 7 minuti. Occorrono: 600 grammi di carne macinata, 2 uova, 4 pomodori, poca farina, olio, burro e sale, erbe aromatiche a piacere.
Tagliate i pomodori a metà, e posateli su un foglio di carta da cucina, capovolti, perché s’asciughino. Intanto preparate le polpette, impastando la carne con le spezie. Infarinatele e fatele dorare nel burro fuso. Nel frattempo, versate dell’olio in un’altra pentola e, quand’è caldo, mettete i pomodori. Fateli cuocere pochi minuti, e poi scolateli. Sistemateli su un piatto di portata, riempite ogni metà con una polpetta, irrorate col burro rimasto nelle padelle, e spolverate di erbe aromatiche. Servitele calde.
15.7. A fairy tale [from Alla ricerca di Nemo, Italian version by Alessandra Orcese]
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Favola
Nell’oceano australiano, sulla Grande Barriera Corallina, una famiglia di pesci pagliaccio viene attaccata da un feroce barracuda. Gli unici a salvarsi sono il papà, Marlin, e un piccolo uovo che sta per schiudersi. Marlin decide di chiamarlo Nemo, e gli promette che non gli accadrà mai niente.
Da quel lontano giorno, Marlin è sempre molto protettivo con Nemo, anche perché il suo pesciolino è nato con una pinna piú piccola dell’altra.
Ma intanto Nemo è cresciuto, e anche per lui è arrivato il momento emozionante del primo giorno di scuola.
«Sei sicuro di voler cominciare?» gli chiede Marlin preoccupato. «Perché, se non sei pronto, puoi anche aspettare altri cinque o sei anni».
Ma Nemo non vede l’ora di imparare tante cose nuove sull’oceano. Per esempio: «Quanto vivono le testuggini?» – «Se ne incontro una, glielo chiederò», gli dice Marlin.
Piú tardi, Nemo e Marlin conoscono il maestro di scuola, una grande manta che si chiama Ray. I pesciolini gli vanno incontro festosi, ma Marlin trattiene Nemo, perché come al solito ha paura che possa capitargli qualcosa. Il maestro Ray cerca di tranquillizzarlo. Poi, mentre gli alunni gli salgono sulla schiena, dice: «Benvenuti a bordo, esploratori!»
15.8. A philosophical essay [from La falsificabilità come criterio di demarcazione by Karl Popper]
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Saggio filosofico
Ora, secondo me, non esiste nulla di simile all’induzione. È pertanto logicamente inammissibile l’inferenza da asserzioni singolari «verificate dall’esperienza» (qualunque cosa ciò possa significare) a teorie. Dunque le teorie non sono mai verificabili empiricamente. Se vogliamo evitare l’errore positivistico, consistente nell’eliminare per mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teorie delle scienze della natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel dominio della scienza empirica, anche asserzioni che non possono essere verificate.
Ma io ammetterò certamente come empirico, o scientifico, soltanto un sistema che possa essere controllato dall’esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere la verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un sistema scientifico non esigerò che sia capace di essere scelto, in senso positivo, una volta per tutte; ma esigerò che la sua forma logica sia tale che possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve poter esser confutato dall’esperienza.
15.9. A comic theatrical text [from Le donne di Franca by Franca Valeri]
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Testo teatrale comico
E ora qualche rapido consiglio alle gentili amiche lettrici che hanno la benevolenza di scrivermi. A Fleur du mal di Isernia dirò quello che ho già detto tante volte a proposito di quei molesti punti rossi della pelle che se si sviluppano si chiamano foruncoli e se restano piccoli si chiamano brufolini. Bagnali frequentemente con una pezzuola intrisa di acqua di petunia bollente e qualche goccia di cloro. Se la petunia non si trovasse (io la compravo sempre a Odessa prima della rivoluzione, ma mi dicono che ora sia meno di uso corrente) puoi usare tranquillamente acqua semplice bollita con una buccia di popone provenzale.
Un’altra lettera viene da un piccolo paese della Sicilia ed è firmata: Bruna nell’imbarazzo. Mi dispiace: «Alta 1,45, peso chilogrammi sessanta, devo farmi un cappottino; potendomene fare uno solo, come regolarmi?» Secondo «Harper’s Bazar» la risposta è una sola: viola. Non ti mancherà una tenda, una coperta, uno scendiletto, insomma qualcosa di morbido e di caldo che, dopo aver tinto con uno di quei meravigliosi ritrovati che ha qualsiasi buon droghiere, potrai tagliare e cucire in casa e non ti costerà niente, se non forse quei pochi soldini che si possono spendere dal merciaio per ago, filo e automatici. E… auguri!
15.10. An answerphone message
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Segreteria telefonica
Risponde il numero 87-53-29. L’utente chiamato è momentaneamente assente. Se volete, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Grazie.
«Ciao… ehm… so—… so—… sono Giova—… Mi scusi, ho — sbagliato».
15.11. A train announcement
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Annuncio ferroviario
Padova, stazione di Padova. Parte dal binario uno Eurostar 737 per Roma Termini. Ferma a Rovigo, Ferrara, Bologna, Firenze Santa Maria Novella, Orte.
Servizio di carrozza ristorante in testa. Prenotazione obbligatoria.
15.12. A reportage [L’immigrazione nel Nordest by Walter Milan]
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Testo giornalistico
Gli alunni figli di genitori immigrati, marocchini, rumeni, cinesi e altre nazionalità, sono nel Veneto 35.800, secondo l’ultimo rapporto immigrazione. Di questi, piú del 30% arrivano da un contesto culturale islamico e da paesi di lingua araba.
Nel Nordest, quasi il 21% degli studenti è di origine straniera: quasi tutti resteranno qui e, al compimento del 18° anno, acquisiranno di diritto la cittadinanza italiana. Tuttavia, in alcune zone del Veneto, la presenza di alunni stranieri è ben superiore a questo 21%. Si arriva, ad esempio, al caso di una classe di una scuola elementare del quartiere trevigiano di San Liberale, la Carlo Collodi, dove c’è un solo bambino italiano assieme a quindici bambini figli d’immigrati. E, sempre a Treviso, nel primo Circolo Didattico, la percentuale di bambini di origine straniera, supera il 51%.
In base alla legge italiana l’istruzione, come la salute, è un diritto universale per tutti i minori, italiani o stranieri. Un diritto, ma anche un preciso dovere. Da parte sua la scuola, ricordano le direttive del ministero, dovrà favorire l’accesso ai servizi educativi, la partecipazione alla vita della comunità, un graduale e corretto inserimento, il riconoscimento e il rispetto delle identità e delle appartenenze culturali.
15.13. The incipit of an epic poem [La Divina Commedia by Dante Alighieri]
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Incipit di testo poetico
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m’era durata
la notte ch’i’ passai con tanta pieta.
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l’acqua perigliosa e guata,
così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.
15.14. A radio announcement
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Annuncio radiofonico
Abbiamo trasmesso il diciassettesimo episodio del romanzo: «I tre moschettieri», di Alessandro Dumas. Riduzione e adattamento radiofonico di Francesco Savio, Andrea Camilleri e Flaminio Bollini. Compagnia di prosa di Firenze della Radiotelevisione italiana. Hanno preso parte alla trasmissione: Ennio Balbo, Warner Bentivegna, Franco Graziosi, Carlo Hintermann, Dario Màzzoli, Rinaldo Mirannalti, Ilaria Occhini. Regia di Andrea Camilleri.
15.15. Comparison between different kinds of intonation
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Confronto tra due tipi d’intonazione
[a. An example of appropriate intonation] Esempio d’intonazione ortologicamente adeguata.
[b. An example of ‘bookish’, inappropriate intonation] Esempio d’intonazione didascalica, ortologicamente inadeguata.
[c. An example of journalistic, inappropriate intonation (as an attempt to avoid ‘bookish’ intonation)] Esempio d’intonazione giornalistica antididascalica, ortologicamente inadeguata.
Le nuvole si squarciarono, il cielo si rischiarò e le lastre di ghiaccio si trasformarono in specchi dorati.
Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti,
dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor,
un volgo disperso repente si desta;
intende l’orecchio, solleva la testa
percosso da novo crescente romor.
15.17. A tongue-twister
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Scioglilingua
Ride un rospo radioattivo
rode un radar tra i roseti
dove Rina va di rado
a cercar ramarri rari
brucia un rebus con orrore
s’arroventa il rosmarino
un registro è rovinato
dalla ruggine del record
un recluso è rannicchiato
nel recapito del rame.
16.1. Survey of paraphonic short texts
Paraphonic trait
Transcript
Recording
Accondiscendenza [condescension]
Per questa volta, la puoi prendere, la macchina.
Adulazione [flattery]
Potresti farlo tu, che sei sempre stato tanto bravo.
Afa [sultriness]
Non riesco a far niente, con questo caldo infernale.
Affetto [affection]
Proviamo tutti un grande attaccamento per quei due bambini.
Aggressività [aggressiveness]
Ma togliti di là, imbecille: lasciami passare!
Allegria [cheerfulness]
Che bello, domani è vacanza: posso dormire fino a mezzogiorno!
Allusione [allusion]
So io che cosa stanno facendo quei due, là dentro.
Ambulantato [peddling]
Robivecchi, arrotino, aggiustaombrelli…
Amicizia [friendship]
Ti darò volentieri una mano, quando ne avrai bisogno.
Ammirazione [admiration]
Ho visto Mauro sciare: che bravo!
Ammonimento [reprimand]
Ridagli tutti i suoi soldi al piú presto! Capito?
Amore [love]
Amor mio, voglio restare con te per sempre!
Amorevolezza [fondness]
Làsciati curare da me: non chiedo altro.
Ampollosità [pompousness]
Miei cari concittadini, ci troviamo qui riuniti per festeggiare il nuovo sindaco.
Angoscia [anguish]
Temo proprio che per lui non ci siano piú speranze.
Annuncio (aeroporto) [airport announcement]
I passeggeri per Londra sono pregati di presentarsi all’imbarco.
Annuncio (pubblico) [public announcement]
A tutta la cittadinanza: il sindaco aspetta tutti in piazza.
Annuncio (televisivo) [TV announcement]
Alle ore 21 trasmetteremo lo spettacolo musicale “Mai piú”.
Antagonismo [antagonism]
Questa volta non la spunti: ti farò vedere io chi è il migliore!
Apatía [apathy]
Sí, sí, decidi tu: io non ho preferenze.
Apprensione [apprehension]
Come si fa in questi casi? Sarà meglio chiamare un medico?
Approvazione [approval]
Bravo: è quello che avevo in mente!
Arroganza [arrogance]
Moderi i termini. Lei non sa con chi sta parlando!
Asta pubblica [auction]
Centomila per la prima, centomila per la seconda, centomila per la terza: aggiudicato!
Autocommiserazione [self-pity]
Oh, povero me! Come farò ora a cavarmela?
Autocompiacimento [self-congratulation]
Non per vantarmi, ma questa volta sono stata davvero in gamba!
Autoritarismo [authoritarianism]
Non credere di poter fare a modo tuo: qui si fa come dico io!
Avvertimento [warning]
Fa’ attenzione: pare che il preside sia in giro.
Bonarietà [bonhomie]
Ma sí, va bene: fa’ tu. Decidi come meglio credi.
Broncio [pout]
Ecco! Le cose migliori sono sempre per mia sorella.
Brontolío [grumbling]
Adesso mi tocca andare in farmacia: ma perché non s’arrangiano un po’?
Bruschezza [brusqueness]
E dai, spicciati: non restare lí impalato come il solito!
Calma / flemma [phlegm]
Milord, mi permetto di informarLa che la casa va a fuoco.
Cantilena infantile [childish teasing]
E io ho la bici nuova… e io ho la bici nuova…
Canzonatura [mockery]
Non mi dirai che anche oggi hai preso otto, a scuola?!
Categoricità [categoricalness]
C’è poco da fare: prendere o lasciare! Di qui non si scappa.
Cattiveria [nastiness]
Credevi, tu… ma, invece, non hai mai combinato nulla di buono!
Cautela [caution]
Procediamo con calma: non ho sufficienti elementi di giudizio.
Ciarlataneria [charlatanry]
Venghino, venghino, signore e signori: da questa parte.
Cinismo [cynicism]
È morto il tizio: uno di meno da sfamare.
Civetteria [coquetry]
Ho visto un paio di stivali che sono la fine del mondo!
Cocciutaggine [stubborness]
No, no e no: ormai ho deciso cosí!
Commozione [emotion]
Sono davvero commosso per la tua generosità, credi.
Compassione [compassion]
Povera vecchietta: sola, senza figli e senza un letto.
Compiacenza [compliance]
Certo, signora, come preferisce, non si preoccupi.
Comprensione [empathy]
Ti capisco sai: anche a me è successo un fatto simile.
Concentrazione [concentration]
Qui si tratta d’esaminare con precisione tutti i dati.
Concitazione [excitement / hurry]
Svelto, scendiamo. Rischiamo di perdere la coincidenza.
Condanna / deprecazione [condemnation]
Non c’è nessuna giustificazione per ciò che hai fatto!
Conferenza [lecture]
Per cui è ampiamente dimostrato che il fumo è nocivo alla salute.
Confidenza [(telling in) confidence]
Confidenza per confidenza: mio marito, negli ultimi tempi, mi trascura.
Conforto / rassicurazione [comfort / reassurance]
Fatti forza: passerà anche questo brutto momento.
Confusione [confusion]
Vedi… cioè… sí, insomma, no ma vedi: non hai capito… cioè…
Contentezza [contentment]
M’è andato bene anche l’ultimo esame!
Contraddizione [contradiction]
Invece le cose non sono affatto come dici tu!
Controllo (di biglietti) [ticket inspection]
Biglietti non visti, prego. Favoriscano i biglietti.
Coraggio [courage]
Se occorre un volontario, vado io per primo!
Cordialità [friendliness]
Quanto tempo che non ci si vedeva: vieni, t’offro l’aperitivo.
Cospirazione [conspiracy]
Fa’ piano, potrebbero sentirci: stiamo attenti!
Costernazione [dismay]
Non so come possa essere successa una cosa del genere.
L’han giurato. Gli ho visti in Pontida, convenuti dal monte e dal piano.
Pomposità [pomposity]
Cari concittadini, il vostro sindaco si farà portavoce delle vostre esigenze.
Predica [sermon]
Cari figlioli, ricordate che Cristo è morto per tutti noi.
Premurosità [caringness]
Ti prego, dimmi se posso fare qualcosa per te.
Preoccupazione [concern]
Spero che non sia capitato nulla ai miei.
Presunzione [presumption]
Credo proprio d’esser perfettamente in grado di svolgere questo compito.
Protesta [protest]
Non è giusto che tu voglia aver sempre l’ultima parola.
Pubblicità [commercial]
Acquistate Pulilampo e pulirete in un lampo.
Rabbonimento [pacifying]
Ti prego, calmati: non prenderla cosí.
Radiocronaca (sportiva) [radio commentary]
Prende ora la palla Rossi, che la rilancia al terzino sinistro, dribblando Bianchi.
Rassegnazione [resignation]
Va bene, se è davvero necessario, lo farò.
Raucedine [hoarseness]
Forse è proprio vero che il fumo rende rauchi.
Reprimere il riso [repressing laughter]
Oh no, non è affatto ridicolo quel vestito di piume colorate!
Ricercatezza [affectedness]
Ho proprio deciso di cercare ancora di quei divini gioielli che non si trovano piú!
Richiami [calling]
Stefano, fai presto: ti vogliono al telefono. Corri!
Riconoscenza [gratitude]
Le sono davvero grato per tutto ciò che ha fatto per me.
Ridere [laughing]
Questa sí che è buona; non l’avevo mai sentita.
Rilassamento [relaxation]
Adesso, finalmente, mi posso leggere il giornale in pace.
Riluttanza [unwillingness]
Se dipendesse da me, non lo farei proprio.
Rimprovero [reproach]
Eppure t’avevo avvertito di tornare in tempo.
Rinuncia [renunciation]
Va bene: non ci andrò, se non mi dai la macchina.
Ripicca [spite]
E tu, questo, come fai a saperlo?
Risentimento [rancor]
Guarda che intendevo farti un piacere!
Rissosità [rowdiness]
Fatti avanti, se hai coraggio, su!
Ritrosia [reluctance]
No, no: preferisco non parlare in pubblico.
Rivolta [rebellion / defiance]
Non mi piegherò mai a questo vile ricatto!
Sarcasmo [sarcasm]
Avete finalmente capito questo “difficilissimo” concetto?
Sbadigliare [yawning]
Non vedo l’ora di andarmi a fare una bella dormita.
Scetticismo [scepticism]
Sí, sí, sarà come dici tu; può darsi.
Schizzinosità [fastidiousness]
No, in quel bar i bicchieri non sono mai puliti!
Scontentezza [discontent]
Ma no: non era questo che avevo ordinato.
Scontrosità [surliness]
Lasciami stare. Non perdiamo tempo con queste stupidaggini.
Scoraggiante [discouraging]
Guardi, non credo proprio che sia il caso d’insistere ancora.
Scortesia [rudeness]
Si tolga dai piedi, ho fretta!
Scusarsi [apologizing]
Mi dispiace: non l’ho fatto apposta.
Seccatura [nuisance]
Ma insomma, se ho detto che non lo so…
Sensualità [sensuality]
Mi piace tanto il modo che hai di leccarti le labbra.
Serenità [serenity]
Che bello potersene stare in pace tra amici.
Sete [thirst]
Acqua… datemi un po’ d’acqua: non resisto piú.
Severità [strictness]
Se ti scopro ancora una volta, dovrò proprio prendere dei provvedimenti!
Sfida [defiance]
Perché, pensi forse che non avrei il coraggio di farlo?
Sfrontatezza [impudence]
Ah, e Lei sarebbe un pubblico ufficiale?!
Sicurezza [certainty]
Ma certo che gli ufo esistono: ne ho visti tre!
Sicurezza di sé [self-confidence]
Te lo dico io: le donne bantú sono la fine del mondo!
Sincerità [sincerity]
Sono tutti estremamente utili nei vari settori.
Snobismo [snobbery]
Io ho sempre portato solo camicie in seta di Cardin.
Soddisfazione [satisfaction]
Eh, sí: valeva proprio la pena di venire fin quassú!
Solennità [solemnity]
È cosa nobile e degna combattere per la propria libertà.
Sollievo [relief]
Ah, finalmente se ne sono andati quei rompiscatole dei tuoi ospiti!
Sonno [sleepiness]
Ma chi sarà mai a quest’ora di notte?
Sornioneria [slyness]
Affari favolosi, io? Questa sí che è buona.
Sorpresa [surprise]
Tu qui?! Credevo che fossi ancora in America.
Sospirare [sighing]
Cosí è la vita! Che ci vuoi fare mai?
Sottomissione / servilismo [meekness]
Farò tutto ciò che mi avete chiesto.
Sovreccitazione [overexcitement]
Abbiamo vinto! Gli abbiamo fatto vedere i sorci verdi!
Spavalderia [bravado]
Ti farò vedere io come si gioca a bigliardo!
Spavento [fright]
Guarda come si muove il lampadario: c’è il terremoto!
Spiritosaggine [witticism]
Giuseppe, sei solo ingrassato, o sei anche incinto?
Sprezzo [contempt]
Te li puoi tenere i tuoi soldi: non so che farmene!
Stizza [annoyance]
Ma Lei proprio qui doveva venire a cercare una cosa simile!?
Strillonaggio [newspapers hawking]
Ultime notizie: trovati i vincitori della lotteria di Capodanno.
Stupore [astonishment]
Un simile tradimento, non me lo sarei proprio aspettato.
Sufficienza [haughtiness]
Quella è gente da cui non si può pretendere altro che questo.
Suggerimento [suggestion]
Perché non provi a cambiar metodo?
Supplica / implorazione [plea]
Torna con me: cambierò davvero, questa volta.
Tenerezza [tenderness]
Vorrei che tu fossi qui con me, adesso.
Terrore [terror]
Aiuto, aiuto: mi vuole uccidere. È pazzo!
Timidezza [shyness]
Scusi, se non Le dispiace, vorrei chiederLe un’informazione, se non La disturbo.
Tribolazione [suffering]
Ma perché mi tormentate cosí? Cosa vi ho fatto?
Tristezza [sadness]
Le vacanze stanno per finire, e presto ci dovremo lasciare.
Ubriachezza [drunkenness]
Barista, porta súbito un’altra bottiglia a me e ai miei amici.
Urlare [shouting]
Scendi immediatamente da quella poltrona, altrimenti cadi!
Vanagloria [boastfulness]
Se mi ci mettessi io, vincerei in metà tempo.
Vecchiaia [old age]
Ai miei tempi, i giovani portavano rispetto agli anziani.
Vivacità [liveliness]
Dai, metti un disco, ché ci facciamo quattro salti!
16.2. Survey of regional accent samples
Contents
Recording
00. Neutral pronunciation (or, close to…)
01. Piedmont
02. Liguria
03. Lombardy
04. Emilia-Romagna
05. Alto Adige (South Tyrol)
06. Trentino
07. Veneto
08. Friúli
09. Venezia-Giulia
10. Tuscany
11. Umbria
12. Marche
13. Latium
14. Abruzzo
15. Molise
16. Campania
17. Lucania (Basilicata)
18. Apulia
19. Calabria
20. Sicily
21. Sardinia
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Transcript of the sentences used in each of the recordings above:
01. Ho raccolto un fungo tutto bianco.
02. Sta cantando tante canzoni.
03. Proviamo a cambiare campo.
04. Non è stato un colpo molto forte.
05. Questa corda è poco grossa e troppo corta.
06. Ha detto che intende rimanere a cena.
07. Naturalmente l’erba sui monti è verde.
08. Quella stella è davvero bella.
09. Il vino rosso è nella botte di legno.
10. Lo spazio esterno è diverso.
11. La gente non ci crede proprio.
12. Queste squadre non sono più giovani.
13. È raro che il cielo sia sgombro e sereno.
14. Devo smettere di spendere troppi soldi.
15. Per alzarlo bisogna svitarlo.
16. Il sole di marzo è speciale.
17. Carla ha la faccia imbronciata.
18. La piazza è vicino alla stazione.
19. Il treno è in partenza sul primo binario.
20. Questa è la zona della coltivazione dello zucchero.
21. La casa è divisa come nel disegno.
22. Assaggio i piselli e ti dico come sono.
23. È andato in pensione il mese scorso.
24. L’Italia è bagnata dal mare.
25. La Germania è tagliata in due parti.
26. La maniglia lascia giù la vernice.
27. Il regalo per Enrico è un libro.
28. Da ieri Pietro ha un’automobile nuova.
29. C’è un vecchio problema da risolvere.
30. A‚tta l’appartamento per tutto l’anno.
31. Il signor Andrea fa molto sport.
32. Qua ci vuole un bravo tecnico.
33. Il figlio del maestro è venuto a Padova.
34. Perché è venuto a Padova?
35. Perché, prima di andare a Mantova, voleva vedere Padova.
36. Oggi è venuto a Padova, domani parte per Mantova.
37. Conosci Mantova?
38. Ti piace Padova?
39. Conosci qualcuno a Forlì?
40. Sei mai stato a Cefalù?
41. Non sono mai stato né a Forlì, né a Cefalù.
42. Possiamo chiudere?
43. Hai qualcosa per scrivere?
44. Si può interrompere?