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canIPA Natural Phonetics – Downloadable sound files

La buona pronuncia italiana del terzo millennio

Here are the whole contents of the CD accompanying our book La buona pronuncia italiana del terzo millennio (2014, 4th edition).

Speakers: Barbara Giovannelli (for 00-17), Luciano Canepari (for 18-39). “2008” are the recordings from the original edition, while “2023” are new.

2008 2023
00. Title
La buona pronuncia italiana del terzo millennio.


01. A literary passage [È l’ora in cui Mefistofele… by Italo Svevo]

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Brano letterario
È l’ora in cui Mefistofele potrebbe apparirmi e propormi di ridiventare giovane. Non accetterei. Rifiuterei sdegnosamente. Lo giuro. Ma, che cosa gli domanderei, allora, io che non vorrei neppure essere vecchio e che non desidero di morire? Dio mio! Com’è difficile di domandare qualche cosa quando non si è piú un bimbo. È una fortuna che Mefistofele per me non si scomoderà. Ma se pur avvenisse ora che debbo attraversare il corridoio buio per recarmi a letto gli direi: Dimmi, tu che sai tutto quello che debbo domandare. E gli abbandonerei l’anima mia solo se m’offrisse una cosa molto nuova, una cosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni della mia vita che vorrei rifare ora che so dove mi condussero. Non verrà. Io lo vedo seduto nel suo inferno che si gratta la barba imbarazzato.
Ecco che debbo a queste annotazioni il conforto di ridere al momento di recarmi a letto. E Augusta borbotterà destata solo a mezzo: Ridi sempre tu, anche a quest’ora. Beato te.


02. An advertisement [La vela by Barbara Giovannelli]

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Testo pubblicitario
Quando il vento è in poppa, «La vela» naviga nel grande lago della bontà.
Velocità di crociera: tante specialità in una sola serata. Avviso ai naviganti: ricordarsi d’assaggiare a «La vela» le alghe marine allo scoglio, la grigliata di pesce di mare, la pizza pazza e la pizza degli amici. Tempo previsto: sereno sul suo bellissimo terrazzo esterno, leggera burrasca nel parco giochi dei bimbi.
Previsioni per i prossimi anni: tante felici serate al Ristorante «La vela», a Como, Lungolago Cadorna 20.
«La vela»: e il naufragar m’è dolce… in questo lago di bontà!


03. A theatrical monolog [from I fisici by Friedrich Dürrenmatt]

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Monologo teatrale
Ho semplicemente approfittato di un’occasione. Bisognava mettere al sicuro la scienza di re Salomone e punire il vostro tradimento. Dovevo rendervi innocui, per mezzo dei vostri assassini. Perciò vi ho aizzato addosso le tre infermiere. Sulle vostre azioni potevo contarci; eravate prevedibili come degli automi; e avete ucciso come dei carnefici.
È inutile aggredirmi, Möbius, come è stato inutile bruciare manoscritti che erano già in mio possesso. Non sono piú le mura di una clinica, a circondarvi: questa casa è la tesoreria del mio trust. Racchiude tre fisici, i soli oltre a me che sappiano la verità. Non sono i guardiani di un manicomio a tenervi in scacco: Sievers è il capo della mia polizia di fabbrica.
Vi siete rifugiati proprio nel vostro carcere. Salomone ha pensato e agito attraverso voi, e adesso egli vi distrugge, per mia mano. Io invece assumo il suo potere. Io non ne ho paura. La mia clinica è piena di parenti pazzi, ricoperti di gioielli e di decorazioni. Io sono l’ultimo rampollo normale della mia famiglia, sono l’ultima, sterile, buona soltanto per l’amore del prossimo. Ma ecco che Salomone si è mosso a pietà di me.
Egli, il re che possiede mille concubine, ha prescelto me sola. Ora io sarò piú potente dei miei padri. Il mio trust avrà il dominio, conquisterà paesi e continenti, sfrutterà il sistema solare, raggiungerà la galassia dell’Andromeda. Il gioco è fatto, e chi ha vinto non è il mondo, bensí una vecchia vergine gobba.


04. A letter [from Lettera al mio giudice by Georges Simenon]

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Lettera
Signor giudice,
vorrei tanto che un uomo, un uomo solo, mi capisse. E desidererei che quell’uomo fosse Lei.
Durante le settimane dell’istruttoria abbiamo passato lunghe ore insieme: ma allora era troppo presto. Lei era il giudice, il mio giudice, e io avrei fatto la figura di chi cerca di scolparsi. Adesso sa che non si tratta di questo, vero?
Abbiamo vissuto sei settimane insieme, se cosí posso esprimermi. Lei cercava di capire, me ne sono accorto. Ci guardavamo l’un l’altro. È questo, è tutto questo che Le dovrò spiegare, ma mi rendo conto che è un’impresa quasi impossibile. Sarebbe tanto piú facile se avesse ucciso anche Lei…
Sono contento che tutto sia finito, ma confesso che vorrei avere ancora qualche possibilità di spiegarmi, perché vorrei rivelarLe qualcosa che Lei sospetta, una cosa che Lei non vuole ammettere e che La tormenta in gran segreto, una cosa di cui sono certo, io che ho piú esperienza di Lei. Tante cose le ho capite, e Lei sa che le ho capite! Perché io, vede, ho comunque un immenso vantaggio su di Lei: ho ucciso.


05. A poem [Verrà la morte e avrà i tuoi occhi by Cesare Pavese]

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Poesia
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.*
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

* The 2008 recording has in silenzio instead of un silenzio.


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Ricetta culinaria
«Polpette saporite»
Tempo necessario: 7 minuti. Occorrono: 600 grammi di carne macinata, 2 uova, 4 pomodori, poca farina, olio, burro e sale, erbe aromatiche a piacere.
Tagliate i pomodori a metà, e posateli su un foglio di carta da cucina, capovolti, perché s’asciughino. Intanto preparate le polpette, impastando la carne con le spezie. Infarinatele e fatele dorare nel burro fuso. Nel frattempo, versate dell’olio in un’altra pentola e, quand’è caldo, mettete i pomodori. Fateli cuocere pochi minuti, e poi scolateli. Sistemateli su un piatto di portata, riempite ogni metà con una polpetta, irrorate col burro rimasto nelle padelle, e spolverate di erbe aromatiche. Servitele calde.


07. A fairy tale [from Alla ricerca di Nemo, Italian version by Alessandra Orcese]

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Favola
Nell’oceano australiano, sulla Grande Barriera Corallina, una famiglia di pesci pagliaccio viene attaccata da un feroce barracuda. Gli unici a salvarsi sono il papà, Marlin, e un piccolo uovo che sta per schiudersi. Marlin decide di chiamarlo Nemo, e gli promette che non gli accadrà mai niente.
Da quel lontano giorno, Marlin è sempre molto protettivo con Nemo, anche perché il suo pesciolino è nato con una pinna piú piccola dell’altra.
Ma intanto Nemo è cresciuto, e anche per lui è arrivato il momento emozionante del primo giorno di scuola.
«Sei sicuro di voler cominciare?» gli chiede Marlin preoccupato. «Perché, se non sei pronto, puoi anche aspettare altri cinque o sei anni».
Ma Nemo non vede l’ora di imparare tante cose nuove sull’oceano. Per esempio: «Quanto vivono le testuggini?» – «Se ne incontro una, glielo chiederò», gli dice Marlin.
Piú tardi, Nemo e Marlin conoscono il maestro di scuola, una grande manta che si chiama Ray. I pesciolini gli vanno incontro festosi, ma Marlin trattiene Nemo, perché come al solito ha paura che possa capitargli qualcosa. Il maestro Ray cerca di tranquillizzarlo. Poi, mentre gli alunni gli salgono sulla schiena, dice: «Benvenuti a bordo, esploratori!»


08. A philosophical essay [from La falsificabilità come criterio di demarcazione by Karl Popper]

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Saggio filosofico
Ora, secondo me, non esiste nulla di simile all’induzione. È pertanto logicamente inammissibile l’inferenza da asserzioni singolari «verificate dall’esperienza» (qualunque cosa ciò possa significare) a teorie. Dunque le teorie non sono mai verificabili empiricamente. Se vogliamo evitare l’errore positivistico, consistente nell’eliminare per mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teorie delle scienze della natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel dominio della scienza empirica, anche asserzioni che non possono essere verificate.
Ma io ammetterò certamente come empirico, o scientifico, soltanto un sistema che possa essere controllato dall’esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere la verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un sistema scientifico non esigerò che sia capace di essere scelto, in senso positivo, una volta per tutte; ma esigerò che la sua forma logica sia tale che possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve poter esser confutato dall’esperienza.


09. A comic theatrical text [from Le donne di Franca by Franca Valeri]

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Testo teatrale comico
E ora qualche rapido consiglio alle gentili amiche lettrici che hanno la benevolenza di scrivermi. A Fleur du mal di Isernia dirò quello che ho già detto tante volte a proposito di quei molesti punti rossi della pelle che se si sviluppano si chiamano foruncoli e se restano piccoli si chiamano brufolini. Bagnali frequentemente con una pezzuola intrisa di acqua di petunia bollente e qualche goccia di cloro. Se la petunia non si trovasse (io la compravo sempre a Odessa prima della rivoluzione, ma mi dicono che ora sia meno di uso corrente) puoi usare tranquillamente acqua semplice bollita con una buccia di popone provenzale.
Un’altra lettera viene da un piccolo paese della Sicilia ed è firmata: Bruna nell’imbarazzo. Mi dice:* «Alta 1,45, peso chilogrammi sessanta, devo farmi un cappottino; potendomene fare uno solo, come regolarmi?» Secondo «Harper’s Bazar» la risposta è una sola: viola. Non ti mancherà una tenda, una coperta, uno scendiletto, insomma qualcosa di morbido e di caldo che, dopo aver tinto con uno di quei meravigliosi ritrovati che ha qualsiasi buon droghiere, potrai tagliare e cucire in casa e non ti costerà niente, se non forse quei pochi soldini che si possono spendere dal merciaio per ago, filo e automatici. E… auguri!

* The 2008 recording has mi dispiace instead of mi dice.


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Segreteria telefonica
Risponde il numero 87-53-29. L’utente chiamato è momentaneamente assente. Se volete, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Grazie.
«Ciao… ehm… so—… so—… sono Giova—… Mi scusi, ho — sbagliato».


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Annuncio ferroviario
Padova, stazione di Padova. Parte dal binario uno Eurostar 737 per Roma Termini. Ferma a Rovigo, Ferrara, Bologna, Firenze Santa Maria Novella, Orte.
Servizio di carrozza ristorante in testa. Prenotazione obbligatoria.


12. A reportage [L’immigrazione nel Nordest by Walter Milan]

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Testo giornalistico
Gli alunni figli di genitori immigrati, marocchini, rumeni, cinesi e altre nazionalità, sono nel Veneto 35.800, secondo l’ultimo rapporto immigrazione. Di questi, piú del 30% arrivano da un contesto culturale islamico e da paesi di lingua araba.
Nel Nordest, quasi il 21% degli studenti è di origine straniera: quasi tutti resteranno qui e, al compimento del 18° anno, acquisiranno di diritto la cittadinanza italiana. Tuttavia, in alcune zone del Veneto, la presenza di alunni stranieri è ben superiore a questo 21%. Si arriva, ad esempio, al caso di una classe di una scuola elementare del quartiere trevigiano di San Liberale, la Carlo Collodi, dove c’è un solo bambino italiano assieme a quindici bambini figli d’immigrati. E, sempre a Treviso, nel primo Circolo Didattico, la percentuale di bambini di origine straniera, supera il 51%.
In base alla legge italiana l’istruzione, come la salute, è un diritto universale per tutti i minori, italiani o stranieri. Un diritto, ma anche un preciso dovere. Da parte sua la scuola, ricordano le direttive del ministero, dovrà favorire l’accesso ai servizi educativi, la partecipazione alla vita della comunità, un graduale e corretto inserimento, il riconoscimento e il rispetto delle identità e delle appartenenze culturali.


13. The incipit of an epic poem [La Divina Commedia by Dante Alighieri]

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Incipit di testo poetico
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m’era durata
la notte ch’i’ passai con tanta pieta.
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l’acqua perigliosa e guata,
così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.


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Annuncio radiofonico
Abbiamo trasmesso il diciassettesimo episodio del romanzo: «I tre moschettieri», di Alessandro Dumas. Riduzione e adattamento radiofonico di Francesco Savio, Andrea Camilleri e Flaminio Bollini. Compagnia di prosa di Firenze della Radiotelevisione italiana. Hanno preso parte alla trasmissione: Ennio Balbo, Warner Bentivegna, Franco Graziosi, Carlo Hintermann, Dario Màzzoli, Rinaldo Mirannalti, Ilaria Occhini. Regia di Andrea Camilleri.


15. Comparison between different kinds of intonation

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Confronto tra due tipi d’intonazione
[a. An example of appropriate intonation] Esempio d’intonazione ortologicamente adeguata.
[b. An example of ‘bookish’, inappropriate intonation] Esempio d’intonazione didascalica, ortologicamente inadeguata.
[c. An example of journalistic, inappropriate intonation (as an attempt to avoid ‘bookish’ intonation)] Esempio d’intonazione giornalistica antididascalica, ortologicamente inadeguata.

Le nuvole si squarciarono, il cielo si rischiarò e le lastre di ghiaccio si trasformarono in specchi dorati.


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Altri esempi d’intonazione
[a. Appropriate intonation] Intonazione adeguata.
[b. Inappropriate intonation] Intonazione inadeguata.

Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti,
dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor,
un volgo disperso repente si desta;
intende l’orecchio, solleva la testa
percosso da novo crescente romor.


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Scioglilingua
Ride un rospo radioattivo
rode un radar tra i roseti
dove Rina va di rado
a cercar ramarri rari
brucia un rebus con orrore
s’arroventa il rosmarino
un registro è rovinato
dalla ruggine del record
un recluso è rannicchiato
nel recapito del rame.


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lidi, visti, finí
sere, scelte, perché
bene, bella, caffè
data, cagna, sarà
cono, morto, osò
voto, pongo, pinot
mutuo, punto, giú


19. Vowel adjustment

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vivono, dissero, ridere, singole
fungono, unsero, rudere, cupole
bene, ben detto, benissimo
moto, moto-scooter, motore


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ma, m’ama, mamma
no, nono, nonno, non, non è
gnomo, segno, bagnò, gli gnocchi
Anio, Annio, Agno
gamba, gonfio, sente
lancia, inconscio, fango
un pane, in faccia, con Gianni, con Gneo, un campo


21. Stops & Stopstrictives

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pere, bere, noto, nodo, cara, gara
razza (specie) [race, breed], razza (pesce, raggio, vb.) [ray fish; wheel spoke; it radiates]
cena, dice, lancia, dolce, sorcio
gita, agile, frange, bolgia, Sergio


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fare, offro, Alfio, vengo, serve, viva
se (vuoi) [if], sasso, lapis, gas, prosindaco, spargisale
asilo, base, musica, crisi, disumano
scena, coscia, la scienza, uno sciame


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ieri, piú, chiodo, piange, paio
uovo, quando, chihuahua, quiete


24. Rhotics & Laterals

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raro, parlare, Mario, carro, Enrico
famiglia, scegli, pigliare, agli amici, dirglielo
olio, Ollio, Oglio, sveliamo, svelliamo, svegliamo
sberla, slegare, srotolo


25. Hiatuses & Diphthongs

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biennio, riesce, chiunque, Trieste, cliente
quale, duale, duole, Manuela


26. Stress: primary & secondary

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(io) càpito, (ho) capíto, capitò
pòrtateli (tu), portàteli (voi), (un) portatéli
fabbri, fabbrica, fabbricano, fabbricamelo, fabbricamicelo


27. Length & Cogemination

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caro, carro, mole, molle, cane, canne, tufo, tuffo, fato, fatto
a cena, a me, ha detto, ho sete, tre gatti
dirò qualcosa, partí per il Canada, cosí tranquillo


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Ci vado domenica.
Parto per Napoli.
È pronto per sabato.
Parlano di Debora.


29. Interrogative tune

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È Stefano?
Mi ritelefoni?
Facciamo per sabato?
Ci andiamo in macchina?


30. Normal partial questions

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Chi è?
Quando tornano?
Dov’è il telefono?
Che ore sono?


31. Polite partial questions

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Chi è?
Quando tornano?
Dov’è il telefono?
Che ore sono?


32. Useful comparisons 1

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Quando tornano? [normal partial question]
Quando tornano? [polite partial question]
Quando tornano?? [echo question]
Quando tornano? [total question]
Quando tornano. [normal statement]
Quando tornano! [emphatic statement]


33. Continuative tune

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Davide, Stefano, Monica…
Mandorle, fragole, datteri…
Undici, dodici, tredici, quattordici(, quindici, sedici)…


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O Stefano o Monica.
Vuoi fragole o datteri?
Signore e signori…
Per quanto riguarda la fonetica…
Undici, dodici, tredici, quattordici(, quindici, e sedici).


35. Useful comparisons 2

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Domenica? [as in Facciamo per domenica?]
Domenica… [as in O domenica… o niente.]
Domenica, [as in Fa lo stesso: domenica, o lunedí.]
Domenica. [as in Siamo d’accordo: domenica.]
Domenica! [as in Dev’essere per forza domenica.]
Domenica?? [as in Hai proprio detto «domenica»?]


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Temevo lo facessero.
Temevo lo facessero.
Lo finiscono per sabato?
Lo finiscono per sabato?


37. Parentheses & Quotations

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Sognare non fa male, a volte.
Sognare, a volte, non fa male.
Curiosamente, il termine viene usato con intenzioni dispregiative.
Il termine viene usato, curiosamente, data la fonte, con intenzioni dispregiative.
Le scrisse «Tornerò il mese prossimo», ma non si fece piú vedere.
«Non è possibile» dissero.


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Servizio meteo. Per quanto riguarda il Veneto, il tempo, specie sulla Valdastico, sarà in prevalenza instabile: al mattino cielo in prevalenza nuvoloso con precipitazioni su gran parte del territorio, anche a carattere di rovescio o temporale; dal pomeriggio, graduale diminuzione della probabilità di piogge, e attenuazione della nuvolosità, fino a condizioni di cielo sereno, o poco nuvoloso, in serata.


39. La Tramontana e il Sole [The North Wind and the Sun]

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Si bisticciavano un giorno il vento di tramontana e il sole, l’uno pretendendo d’esser piú forte dell’altro, quando videro un viaggiatore, che veniva innanzi, avvolto nel mantello. I due litiganti decisero allora che sarebbe stato piú forte chi fosse riuscito a levare il mantello al viaggiatore.
Il vento di tramontana cominciò a soffiare con violenza; ma, piú soffiava, piú il viaggiatore si stringeva nel mantello; tanto che alla fine il povero vento dovette desistere dal suo proposito. Il sole allora si mostrò nel cielo, e poco dopo il viaggiatore, che sentiva caldo, si tolse il mantello. E la tramontana fu costretta cosí a riconoscere che il sole era piú forte di lei.
T’è piaciuta la storiella? La vogliamo ripetere?


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